Jeong itibaren Naushera, Punjab, India
Il titolo è accattivante, le premesse sono pretenziose e il risultato è un discorso senza risposte. Indubbiamente l'opera va inserita in un contesto storico, data di pubblicazione 1976, in cui le neuroscienze iniziavano ad aprirsi alla divulgazione spiccia per spiegare i vari "perché" dell'uomo; la fine degli anni '70 vede consolidarsi il trionfo dell'età dei consumi e al contempo la creazione di false idee di felicità nell'individuo. Evviva l'umanità. Cos'è la fuga? La capacità di immaginare e quindi di sopravvivere alle brutture dell'esistenza... Un po' poco, soprattutto considerando che nel 1929 Laing con l'opera L'io diviso aveva già espresso un'idea simile e in modo meno naïf. Tra i capitoli consiglio quello realativo all'amore e uno degli ultimi sulla libertà. La valutazione è bassa perché alte erano le aspettative: non si può buttar via un titolo così epico!